Il Gioco d'Azzardo: non è una questione solo per "grandi"

Pubblicato il 18 gennaio 2025 alle ore 23:07

 

Se si pensa alla definizione di “gioco” in generale, ci si rende conto che spesso esso viene inteso dalla maggior parte delle persone, come una forma innocua ed ingenua di passatempo e di divertimento socialmente accettabile, poiché l’atto del giocare è insito nella natura umana; ma non solo, esso è parte integrante del nostro sviluppo, ci permette di instaurare relazioni e di comprendere noi stessi e formare il nostro Sé, il nostro carattere, nel confronto continuo nel “gruppo dei pari”, sviluppando un senso di auto-efficacia e di auto-affermazione.

Sin da bambini, attraverso il gioco, riusciamo a comprendere meglio i nostri limiti, le nostre potenzialità e qualità, mettendo in campo tutte le nostre risorse e strategie creative: il gioco riempie di gioia, scarica la tensione, diventa una sorta di rifugio per l’anima, ma a volte, il confine, tra l’ingenuo piacere di giocare come forma di svago e di socializzazione ed il gioco problematico, potrebbe essere molto sottile.

Dietro a questi comportamenti, che potrebbero rivelarsi a lungo andare come disadattivi, probabilmente è celata l’esigenza di dover placare un disagio interiore, con il quale non si riesce a convivere; una sofferenza che i ragazzi difficilmente riescono ad esprimere nella maniera adeguata e che potrebbe portarli a mettere in atto comportamenti esternalizzanti/internalizzanti disadattivi, come il risk-talking e la sensation-seeking (Zuckerman, M. (1994). Sensation Seeking and Risk Taking. In Handbook of the Psychology of Aging (pp. 411-421). Academic Press.). Tali strategie sono funzionali per portare i nostri giovani a “fuggire” da loro stessi e dalle esperienze nelle quali sono immersi quotidianamente.

Il mercato del Gioco d’Azzardo, per esempio, è un settore che si espande e si evolve in maniera sempre più pervasiva e consistente: lo si denota dal fatto che sia l’offerta, che la quantità dei giochi a disposizione sono sempre più ampie e diversificate e dalla portata di click sempre più veloce ed interattiva.

Viviamo in un’epoca storica, nella quale i giochi d’azzardo tecnologici definiscono persino un nuovo modo di giocare: da un gioco che dovrebbe essere alla radice della capacità di instaurare delle relazioni sociali, si arriva così a giocare in un modo che porta alla solitudine e all’asocialità, altamente decontestualizzato e determinato da regole semplici con alta possibilità di accesso.

Il termine anglosassone “Gambling” viene utilizzato per descrivere la condotta del gioco azzardoso, che oggi più che mai ha focalizzato l’attenzione degli studiosi, soprattutto a riguardo dei “baby-giocatori” (all’interno di fasce di età adolescenziali), dato che questi giochi di nuova generazione, oramai alla portata di un “click”, hanno dato modo di osservare condotte devianti nei nostri ragazzi, che si avvicinano sempre più precocemente ad uno stile di vita azzardoso, in senso generale e, al gioco in particolare, proprio per la sua funzione compensativa nei confronti di sentimenti di noia, frustrazione, senso d’inadeguatezza e senso di vuoto nel proprio intimo.

Nell’ottobre 2018, è stato pubblicato in una rassegna stampa, grazie ad un’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), un numero che sfiora i 18milioni, rispetto agli italiani adulti che hanno giocato, tra i quali sono 13milioni che giocano in modo “sociale”, 2milioni presentano un profilo a basso rischio, mentre 1,5 milioni rientrano nella categoria di giocatori problematici, con il dato allarmante che 70mila di essi sono minorenni. (Pacifici, Ricciardi, Fanelli, 2018, Comunicato Stampa, Ufficio Stampa, ISS, CS n° 30/2018, Gioco d’Azzardo).

La novità di questi studi rappresenta il focus sui minori dai 14 ai 17 anni, dai quali ne è emerso che dei 700mila giovani che hanno giocato d’azzardo, quasi 70mila (1/10) presentano già le caratteristiche del giocatore problematico. Il giocatore problematico, rispetto a quello sociale, tendenzialmente pratica di più le Slot-Machines e VLT, e presenta anche stili di vita meno salutari (fumo, alcol, sostanze stupefacenti). Per quanto concerne, invece, i giovani giocatori problematici (che rientrano nel 10% dei giocatori minorenni), i giochi dai quali sono più attratti, sono le Scommesse Sportive (79,6%) e le Lotterie istantanee (70,1%).

Inoltre, non si può non segnalare, che a seguito dell’emergenza pandemica legata al Covid-19, con le restrizioni si sono moltiplicati i casi di adolescenti che hanno manifestato un’evidente dipendenza sia da uso di sostanze stupefacenti, che da abuso di Internet: un importante studio, condotto nell’ultimo anno dall’ISS, ha mappato 99 centri di aiuto, in Italia, che hanno preso in carico nell’ultimo anno 3500 soggetti, per disturbi collegati all’utilizzo del web, delineando le fasce di età più a rischio quelle dai 15-17 anni.

Per questi motivi, è essenziale e di fondamentale importanza prevenire i comportamenti a rischio, adottando strategie che non solo mirino a sensibilizzare riguardo alla gravità e all'impatto di tali comportamenti nella nostra società, ma che conducano anche a una comprensione approfondita degli stessi nel contesto quotidiano. Questo processo è volto a favorire una crescente consapevolezza e a sviluppare competenze concrete per affrontare e gestire adeguatamente tali situazioni.